I 5 abusi che infiammano le articolazioni: il n. 4 è il più sottovalutato

L’infiammazione articolare rappresenta una problematica di salute diffusa che colpisce milioni di persone, causando dolore, rigidità e limitazione funzionale. Le cause sono numerose, ma alcuni comportamenti e abitudini rappresentano veri e propri abusi che, ripetuti nel tempo, predispongono allo sviluppo e al peggioramento dell’infiammazione articolare. Comprendere questi abusi è essenziale per adottare strategie preventive efficaci e tutelare la salute delle proprie articolazioni.

Abuso di carichi meccanici e movimenti ripetitivi

Uno dei primi fattori che contribuiscono significativamente all’infiammazione articolare è l’abuso di carichi eccessivi sulle articolazioni. L’uso scorretto, associato a movimenti ripetitivi sul lavoro o nello sport, espone le strutture articolari — cartilagine, sinovia e legamenti — a microtraumi ripetuti che nel tempo danneggiano i tessuti e scatenano processi infiammatori cronici. Questo fenomeno si osserva frequentemente nei lavori manuali pesanti e in alcune discipline sportive, dove il sovraccarico deriva dalla ripetuta sollecitazione delle stesse articolazioni, come nel sollevamento pesi o nella corsa intensa su superfici dure.

La mancanza di recupero fisico tra una sessione e l’altra rappresenta un ulteriore elemento aggravante, impedendo ai tessuti di rigenerarsi e favorendo l’insorgenza di dolore cronico, rigidità e gonfiore. Il rispetto dei tempi di recupero, l’adozione di una corretta tecnica esecutiva e una programmazione equilibrata dell’attività fisica sono fondamentali per prevenire queste patologie.

Utilizzo eccessivo e abuso di farmaci

Un altro abuso sottovalutato, ma estremamente rilevante, è l’uso improprio o eccessivo di farmaci anti-infiammatori e corticosteroidi. Queste molecole, spesso assunte per alleviare rapidamente dolore e infiammazione, possono in realtà favorire la degenerazione articolare quando utilizzate senza controllo medico.

È stato dimostrato che le infiltrazioni di corticosteroidi, soprattutto se superiori ai dosaggi raccomandati (non oltre quattro infiltrazioni per articolazione all’anno), rappresentano un vero fattore di rischio per lo sviluppo di condropatie, ovvero lesioni della cartilagine articolare. L’impiego cronico di questi farmaci non solo non previene la degenerazione, ma contribuisce all’assottigliamento della cartilagine e all’aumento della fragilità articolare. Si riscontra, inoltre, che la sospensione improvvisa di anti-infiammatori può provocare riacutizzazioni sintomatologiche, creando un circolo vizioso di dolore e consumo farmacologico.

Anche i diuretici rappresentano una specifica categoria di farmaci coinvolta nell’infiammazione articolare, principalmente per il loro effetto di favorire iperuricemia. L’accumulo di acido urico nel sangue può infatti sfociare in accessi di gotta, una delle principali cause di artrite infiammatoria.

Sovrappeso, obesità e alimentazione scorretta

Il sovrappeso e l’obesità sono tra i maggiori determinanti di infiammazione articolare. Un peso corporeo elevato accentua il carico meccanico sulle articolazioni, in particolare su ginocchia, anche e colonna vertebrale, aumentando notevolmente il rischio di artrosi precoce e di patologie infiammatorie croniche.

Gli effetti negativi non sono solo di natura meccanica: il tessuto adiposo, specie quello viscerale, è metabolicamente attivo e secerne citochine infiammatorie che contribuiscono a una condizione di infiammazione sistemica. Questo stato favorisce il deterioramento della cartilagine articolare e la comparsa di sintomi artritici.

Un’altra componente fondamentale riguarda la scarsa qualità della dieta: alimenti ricchi di grassi saturi, zuccheri raffinati e additivi pro-infiammatori aumentano il rischio di infiammazione articolare cronica. Un’alimentazione sbilanciata impoverisce inoltre l’organismo di micronutrienti essenziali per la salute delle articolazioni, come vitamine (D, C, E) e minerali (calcio, magnesio, zinco).

Sedentarietà e immobilità: il fattore più sottovalutato

Non muoversi abbastanza è uno degli abusi maggiormente sottovalutati e dannosi per le articolazioni. La sedentarietà favorisce la rigidità muscolare, la perdita di massa magra e determina una compromissione del metabolismo articolare. La cartilagine, infatti, si nutre grazie al movimento: solo attraverso il movimento si stimola il fluire del liquido sinoviale che, penetrando nella cartilagine, ne garantisce ossigenazione e nutrizione.

Il mantenimento prolungato di posture scorrette — ad esempio davanti al computer o guidando per molte ore — accentua lo stress su determinate articolazioni, favorendo la comparsa di dolori cronici e processi infiammatori. L’inattività fisica si associa inoltre a una maggiore incidenza di patologie degenerative (come l’artrosi) e infiammatorie, nonché a una minore capacità di recupero dopo traumi o lesioni.

I meccanismi alla base dell’effetto negativo della sedentarietà sono molteplici:

  • Diminuito apporto di nutrienti alle cartilagini
  • Perdita di forza e stabilità muscolare
  • Rallentamento del metabolismo locale e generale
  • Progressiva ingravescenza di rigidità
  • L’invito degli specialisti è chiaro: praticare una regolare attività fisica adattata alle proprie condizioni previene e contrasta la degenerazione articolare, anche nelle persone anziane.

    Sovraccarico psico-emotivo e stress cronico

    Il quinto abuso, spesso trascurato, consiste in un sovraccarico psico-emotivo cronico. Lo stress esercita effetti negativi sull’intero sistema muscoloscheletrico: innesca una contrazione muscolare costante che si ripercuote sulle articolazioni, irrigidendole, e favorisce la produzione di mediatori chimici pro-infiammatori. Numerose ricerche dimostrano che condizioni croniche di tensione emotiva aumentano la percezione del dolore, accelerano la degenerazione cartilaginea e riducono la capacità articolare di autoripararsi. Gli episodi di artrite e artrosi sono spesso anticipati o aggravati da periodi di elevato stress lavorativo o familiare.

    Le modalità con cui lo stress influisce sulla salute articolare includono:

  • Alterazione del ciclo sonno-veglia (che ostacola i processi rigenerativi notturni)
  • Aumento della produzione di cortisolo, con effetti pro-infiammatori
  • Facilità di abbandonare abitudini salutari quali esercizio fisico e alimentazione corretta
  • Contrastare lo stress attraverso tecniche di rilassamento, attività sociali e momenti di svago rappresenta un aspetto spesso trascurato nella prevenzione delle patologie articolari.

    Conclusioni sul rischio degli abusi articolari

    La salute articolare dipende da numerosi fattori, ma l’esperienza clinica e le evidenze scientifiche indicano con evidenza che gli abusi meccanici, farmacologici, dietetici, comportamentali e psicologici giocano un ruolo determinante nel promuovere l’infiammazione. L’identificazione e la correzione di questi abusi — specialmente della sedentarietà, spesso sottovalutata — rappresentano strategie cruciali per controllare il dolore articolare, prevenire la degenerazione e garantire una migliore qualità della vita, specialmente in un’epoca caratterizzata da stili di vita sempre più “a rischio”.

    Una maggiore consapevolezza individuale, integrata da programmi di prevenzione, monitoraggio regolare e il supporto delle figure sanitarie competenti, è la chiave per mantenere articolazioni sane e funzionali nel tempo.

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