Il metodo sorprendente per conservare perfettamente un insetto trovato senza rovinarlo

Quando si ritrova un insetto e si desidera conservarlo perfettamente senza rischiare di rovinarlo, è necessario adottare una metodologia attenta che ne rispetti la struttura e preservi colore, dettagli morfologici e integrità. La conservazione degli insetti è una pratica fondamentale non solo per gli appassionati di entomologia, ma anche per studenti, curiosi e collezionisti, e richiede diversi passaggi chiave che variano a seconda della specie, delle dimensioni e dell’esoscheletro dell’organismo. Un corretto intervento consente di evitare danni da decomposizione, muffa, perdita di colore o distruzione da parte di altri artropodi decompositori, garantendo la durabilità dell’esemplare per uso scientifico, didattico o semplicemente estetico.

Fasi iniziali: raccolta ed eutanasia

Il primo passaggio imprescindibile, dopo aver trovato un insetto, consiste in una raccolta accurata allo scopo di non danneggiare né schiacciare ali o zampe. Si consiglia di utilizzare pinzette delicate o, nel caso di esemplari di piccole dimensioni, una bacchetta con punta di cotone lievemente inumidita. Per l’eutanasia, ovvero la morte indolore e rapida dell’insetto, si ricorre a un barattolo con etanolo, etere o acetato d’etile. Questo procedimento non solo evita la sofferenza, ma impedisce l’espulsione dei liquidi interni e previene i primi segni di decomposizione, due fattori determinanti per una conservazione di qualità.

Scelta del metodo di conservazione in base al tipo di insetto

La strategia sorprendente che garantisce la migliore conservazione consiste nel selezionare il metodo più adatto in base alla tipologia e allo stato dell’esemplare:

  • Insetti piccoli o molli (come afidi, larve e giovani esemplari): risultano ideali per la conservazione in soluzione alcolica, tipicamente etanolo al 70%. L’alcol agisce come potente conservante, evitando decomposizione e proliferazione di muffe o batteri. In ambito museale o per una conservazione temporanea sul campo, si può utilizzare anche una miscela di alcol acetato (ad esempio 8% di acido acetico glaciale e 92% di alcol etilico), in cui l’acido aiuta a mantenere inalterati i colori e i dettagli dei tessuti più delicatietanolo.
  • Insetti con tegumento duro (coleotteri, ortotteri, farfalle adulte): in questi casi la prassi consolidata è la spillatura. L’insetto, una volta eutanatizzato, viene adagiato con attenzione su una superficie morbida e fissato usando uno spillo entomologico, che ne attraversa il torace o una parte non danneggiabile. La spillatura consente di mantenere in posizione corretta tutte le appendici, estendendo ali e zampe nella forma più naturale possibile.

Trattamenti contro deterioramento e perdita di colore

Un rischio comune nella conservazione a secco, soprattutto per insetti dai colori vivaci come le libellule, è la perdita della pigmentazione. Per ovviare a questo problema si adotta un rimedio sorprendente: dopo la spillatura, si immerge rapidamente l’insetto in un bicchiere di acetone per pochi minuti. L’acetone fissa i colori, blocca parte delle reazioni chimiche che porterebbero allo sbiadimento e prepara l’insetto alla fase di essiccazione senza alterare la morfologia.

Successivamente, si procede all’asciugatura in ambiente protetto, evitando esposizione a luce diretta, polvere o umidità, che costituiscono i principali nemici della conservazione. Si possono usare essiccatori, sabbia silicea o, nei casi più avanzati, camere a temperatura e umidità controllata.

Conservazione definitiva e prevenzione di attacchi fungini o da altri insetti

La conservazione a lungo termine prevede la sistemazione dell’insetto in contenitori idonei. Le cassette entomologiche, spesso in legno e rivestite con lastra di polistirolo, sono perfette per esemplari spillati, mentre i barattolini di vetro a chiusura ermetica si usano per la conservazione in alcol.

É fondamentale mantenere l’ambiente circostante pulito, asciutto e ben arieggiato, riducendo al minimo il rischio di muffe. In ambienti archivistici o museali si impiegano cialde di antiparassitari naturali o sostanze come la canfora e la naftalina, che allontanano eventuali insetti decompositori. Un metodo particolarmente efficace e innovativo nella lotta contro infestazioni è la criodisinfestazione, ovvero l’esposizione a temperature estremamente basse (+ controllo successivo), che elimina uova, larve e adulti di possibili parassiti senza uso di sostanze tossiche per la preservazione.

Nel caso si scelga la conservazione a umido, è indispensabile verificare periodicamente il livello del conservante e l’integrità del contenitore. Eventuali perdite di liquido porterebbero rapidamente alla decomposizione del campione.

Ulteriori accorgimenti e raccomandazioni

  • Etichettare sempre ogni esemplare, annotando luogo, data di raccolta e specie (se identificata). Questo dettaglio è di enorme valore scientifico e aggiunge valore alla collezione.
  • Manipolare sempre l’insetto attraverso le parti robuste del corpo o mediante pinzette a punta piatta rivestite di silicone, per ridurre i rischi di schiacciamento o rottura.
  • Evitate la luce diretta e il calore eccessivo, che accelerano lo sbiadimento e accentuano la fragilità strutturale di esoscheletro e ali.

La cura e l’attenzione al dettaglio sono ciò che davvero determina la differenza tra un esemplare ben conservato e uno danneggiato. Le tecniche citate, affinatesi nella pratica dei musei naturalistici e degli entomologi di campo, consentono risultati sorprendenti e duraturi. Un insetto correttamente conservato rappresenta una preziosa finestra sulla biodiversità locale, diventando uno straordinario materiale didattico, di ricerca, o semplicemente una sorprendente curiosità da mostrare con orgoglio.

Abbracciare il rigore del metodo scientifico anche nella conservazione domestica permette di ottenere risultati professionali anche nelle collezioni più semplici, trasmettendo il rispetto per la natura e per la bellezza nascosta nel microcosmo degli insetti.

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